mercoledì 6 giugno 2012

Il torto e il coraggio delle mamme

La morte della pari opportunità e del rispetto verso un essere umano si concretizza ogni volta che un datore di lavoro costringe una donna a essere oggetto di volgari vessazioni verbali o comportamentali perchè la "svergognata" ha deciso di rimanere incinta.

Siamo nel 2012, abbiamo combattuto tante battaglie, abbiamo studiato, ci vantiamo di essere una società "civile", ma purtroppo siamo ancora ben lontani da esserlo.

Abbiamo leggi che ci tutelano e molti escamotage per aggirarle.
Abbiamo diritti che permettiamo vengano calpestati per paura di perdere il posto di lavoro.

Quella di diventare madri è una "scelta egoistica".
"Invece di lamentarvi perchè non vi paghiamo i contributi dovreste ringraziarci per avervi permesso di fare figli".
"Se fai un altro figlio non vieni più qui a lavorare".
Se chiedi l'assegno familiare (che paga lo stato) ti chiedono "perchè gli hai fatto questo".
Per punirti di quello che hai fatto ti assegnano un lavoro urgente poco prima dell'orario di uscita, ben sapendo che devi scappare a prendere i bambini a scuola.

Purtroppo potrei continuare all'infinito con questa serie di nefandezze che riporto virgolettate perchè realmente accadute. Più me ne raccontano, più mi schifo.

Non è una novità, ma forse, in questo periodo di crisi il problema si avverte di più.

Noi, donne indegne, egoiste, opportuniste. Ci siamo permesse di avere un figlio o magari più di uno.  Lo abbiamo fatto sapendo che avremmo dovuto sacrificare anni di studio e posizioni raggiunte. Abbiamo compiuto un affronto, verso chi?? Scusate ma non lo capisco! Verso la società che senza le nuove generazioni morirebbe? Verso un datore di lavoro che ci paga la maternità attraverso contributi statali che noi stessi paghiamo con tasse e trattenute? Ma non hanno mogli, figli o madri queste persone?

I tempi sono duri, rischiamo di perdere il lavoro e ci sono le spese da sostenere. Ma abbassare la testa di fronte a tutto questo significa buttare al vento anni di battaglie che molte persone (non solo donne) hanno combattuto prima di noi affinchè il diritto alla vita fosse riconosciuto come tale e realmente tutelato.

Si chiama DISCRIMINAZIONE. E alla base c'è sempre la stupidità umana.

Resistere, denunciare, PARLARE, essere solidali con chi vive questo problema, aiutarci. Questo è quello che possiamo fare oggi, forti del fatto che la scelta di avere un figlio non è e non sarà mai un torto verso qualcuno, ma solo una scelta d'amore.

Scusate, ma in questo momento sento il bisogno di urlare il mio sdegno. Perchè se una libertà ancora mi è concessa è quella di dire quello che penso e che il cielo mi sia testimone, lo farò finchè avrò vita.



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