venerdì 30 marzo 2012

Snobbare il koala

Ci sono giornate che partono male. Devi accompagnare tuo figlio maggiore a scuola e poco prima di uscire si sveglia il piccolo che deve essere allattato. Ci sono anche il latte sul fuoco a scaldare e la colazione da preparare. La campanella suona tra poco e tu naturalmente sei in pigiama.
BUONGIORNO MAMMA!!


Alla fine si riesce a fare tutto con qualche piccolo compromesso. Il piccolo viene allattato mentre il grande fa colazione. La mamma si veste appena il neonato è stato sradicato dalla tetta e messo di nuovo nella culletta anche se è sveglio. Il pannolino è sporco, ma verrà cambiato solo al ritorno da scuola (che grazie al cielo è vicina) e dopo aver subito (ahimè) la strigliata della bidella che intima di arrivare in orario se no la prossima volta non apre il cancello.

Questo è il risveglio di una mamma comune dopo aver passato una notte non comune tra allattamenti vari,  attacchi di coliche, rimproveri alle gatte che miagolano sul balcone, ecc, ecc.
E anche se il papà è in casa, amiche care, non è di tetta munito. Quindi se allattate mettetevi l'anima in pace.

Insomma, a volte essere un pò nervosi è plausibile no??

Io ieri ero una iena. Arrivata al parco con la carrozzina e figlio maggiore al seguito mi sono subito imbattuta nel classico tipo di ragazzino che non sopporto. Quel nano maleducato e strafottente stava appeso al cancello del parco come un koala sul suo albero.
Si tratta di un cancello scorrevole che chi entra ha la premura di richiudere per evitare palloni volanti sulle macchine e fughe verso la libertà dei bambini più piccoli.
"Bambino ti sposti? Devo chiudere il cancello".
"No".
(A questo punto già ti è salito il veleno)
Sono una mamma, lui è un nano malefico all'incirca di tre anni, ergo, comando io.
"Ho detto che ti devi togliere!"
"NO!"
(veleno a livelli elevatissimi)
"Dimmi subito dove sono i tuoi genitori!"
"Sono là", e indica un punto indefinito del parco...
Vabbè. Prima mi giro verso mio figlio maggiore "guai a te se giochi con quel ragazzino", poi mi dirigo verso le panchine. "Di chi è quel bambino??", domando. 
"Boo... - mi risponde una - perchè?"
"Perchè rischia di essere tranciato la prima volta che qualcuno apre il cancello, a me non mi ascolta proprio, ma non ce l'ha una madre che lo controlla??"
A questo punto inizia il giro di voci tra le mamme del parco. Sembra il gioco del telefono senza fili che facevo da piccola. Alla fine si alza una tipa che sta tranquillamente a chiacchierare nel punto più lontano possibile.

GENTE, CONTROLLATE I VOSTRI FIGLI!

Con passo ondulante arriva dal koala che (ma pensa un pò), fa il bulletto anche con la mamma e non la sente proprio. Il piccolo irriverente le alza anche le mani addosso. Bravo. E lei lascia fare. Brava! Poi c'è chi si chiede come mai avvengono le tragedie in famiglia e come mai i figli non rispettano i genitori. Se a tre anni si tollerano certe cose, non oso immaginare più in là nel tempo.
"Vedi amore di mamma - spiego al mio cucciolo maggiore - quel bambino sta prendendo a pugni la mamma. Lo sai che non si fa vero?"
"Sì mamma".
"Bene, perchè se ti azzardi a farlo con me, mamma ti sfonda, ricordalo sempre".
"Sì mamma."

I bambini non si picchiano, sono d'accordo. Io non lo faccio, ma qualche sculacciata in passato  è servita. Sono per i vecchi metodi educativi, quelli che hanno fatto crescere la mia generazione.

E quando incontro bambini (o adulti) maleducati ammetto di essere snob. Il koala e i suoi simili vanno snobbati perchè sono un cattivo esempio e perchè non sono capaci di rapportarsi con gli altri.

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