lunedì 29 aprile 2013

Parità fra sessi? Ma vogliamoci bene!

Nel giorno in cui ha giurato il governo Letta e contemporaneamente abbiamo assistito al folle gesto di un uomo disperato che ha sparato davanti alla sede della Camera è stata la telefonata di un amico ad offrirmi un ulteriore spunto di riflessione.


Per chi non lo sapesse, la zona di Largo Chigi a Roma e le vie limitrofe sono piene, e dico piene, di uomini delle forze dell'ordine non solo in divisa, ma anche in borghese. Io lo so perchè per un periodo ho lavorato in un ufficio che aveva sede in quell'area. Se sei un frequentatore abituale, inizia a identificare quei volti che per un passante occasionale appartengono solo a persone che guardano vetrine, prendono un caffè o fanno una passeggiata sul corso. 
Invece no. Sono poliziotti o carabinieri in borghese che controllano e perlustrano la zona. Si accorgono di tutto: se una borsa viene casualmente dimenticata su un motorino, chi sono gli operai chiamati a fare una riparazione, chi i dipendenti dei vari uffici.

Ecco perchè il gesto di quell'uomo è stato da folle. O meglio, da disperato che parso moglie e lavoro. E la conferma sono state la sue parole quando ha detto agli agenti: "sparatemi!".

Perchè noi donne siamo abituare a pensare ai nostri problemi, a difendere i nostri diritti, a ribadire che quando diventiamo mamme veniamo cacciate dal lavoro. Ma tante volte ci dimentichiamo dei problemi che hanno gli uomini. E mi ci ha fatto pensare anche la telefonata ricevuta.

Un uomo sente sopra di sè la responsabilità della famiglia. Anche se oggi riceviamo tutti la stessa educazione e abbiamo tutti accesso al mondo del lavoro la realtà è che esistono ancora dei ruoli definiti, che ci piaccia ammetterlo o no.

A una donna viene concessa la possibilità di fermarsi dopo una gravidanza. Anche se nella maggior parte dei casi si tratta di uno stop forzato, dettato dalle ingiuste regole del mondo del lavoro. Ma una coppia questo lo sa e lo mette in conto. 
Quindi cosa accade? Il papà si fa carico economico della famiglia, almeno per un periodo. Si stringono i denti, si fanno rinunce fino a quando la mamma riuscirà a trovare di nuovo lavoro.
E' la realtà della mia generazione.

E se anche il papà perde il lavoro?
Ecco che assistiamo a gesti di disperazione dettati dall'esasperazione. 

"Io sono innamorato del mio lavoro - mi diceva al telefono un amico giornalista - ma non so quanto andrò avanti. Mi sottopagano, ho contratti temporanei: andando avanti così non potrò mai avere una famiglia. Perchè per una donna è diverso. Può anche guadagnare un pò di meno, ma un uomo vuole contribuire sostanzialmente al bilancio familiare". 

Non si tratta di una guerra tra sessi. E' il nostro istinto. L'uomo vuole pensare alla sua famiglia e il fatto di non riuscirci, per lui è frustrante.

Forse ogni tanto anche noi donne dovremmo metterci nei panni degli uomini. Non è che a loro vada tutto meglio. Almeno, non in questo periodo storico. 
Forse parità tra i sessi significa anche imparare a comprendersi meglio a vicenda.

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