venerdì 6 giugno 2014

Nidi pubblici:quale futuro?

Il mese scorso, parlando con una della maestre del nido di mio figlio: "Dunque se vuoi iscrivere tuo figlio al nido anche a luglio devi semplicemente firmare questo foglio di conferma. Lui che già frequenta il nido pubblico non dovrebbe avere problemi. L'unica cosa è che lo sposteranno in un altro nido, non in quello dove è adesso, ma sempre qui vicino. Certo non ci sono le sue maestre, ma starà benissimo, il personale è preparatissimo. Certo non ci sono nemmeno i suoi compagni, quelli con cui ha passato tutto l'anno, ma i bambini si abituano subito". 

Roma, cronaca di una tragedia annunciata che si paleserà nel mese di luglio 2014 se non prima. Ma in fondo perchè una madre che magari lavora e ha più figli dovrebbe preoccuparsi? Viviamo o no in una città a misura si bambino?



Pochi giorni fa, un'altra maestra del nido.
"Tu avevi firmato il foglio di conferma per far frequentare il nido a tuo figlio nel mese di luglio? Beh, non vale più, devi consultare il sito del Comune di Roma, scaricarti un modulo e consegnarlo in Municipio. Ma sbrigati ehh! Se no non trovi posto!"

Questo giusto per avere notizie chiare e confortanti su un servizio che dovrebbe agevolare le famiglie. Quindi, dopo aver consultato il sito del comune e aver appurato che per la fascia di età di mio figlio sono disponibili ben 18 posti in dei nidi privati convenzionati, decido di chiamare l'ufficio nidi del mio Municipio.

"Ehhh, signora mia...qui abbiamo la fila dal primo giorno in cui era possibile presentare la domanda. I 18 posti disponibili sono finiti nel giro di un'ora. Però può provare a fare domanda. Se la presenta dopo il 5 giugno può rientrare in una nuova graduatoria che potrebbe essere utile in caso decidano di aprire i nidi comunali".
Certo.

E arriviamo a due giorni fa quando, parlando con due maestre di mio figlio, la situazione mi appare più chiara: "Noi ci scusiamo per i disagi che vi provochiamo scioperando, ma non possiamo fare altrimenti. Quello che si sta prospettando per il mese di luglio è solo un assaggio di quello che ci attenderà in futuro".

Secondo le maestre, la strada che si vuole intraprendere è quella della privatizzazione. Mantenere aperte delle strutture come i nidi costa troppo al Comune, anche se, aggiungono, gestendo in modo migliore il servizio si potrebbero ottimizzare i costi. La soluzione sarebbe quindi quella di puntare sulle strutture private aprendo delle convenzioni con il Comune. Nel frattempo sono state avanzate delle ipotesi che hanno messo in agitazione le maestre dei nidi pubblici: un aumento del numero di ore di lavoro giornaliero; il fatto di non chiamare più le insegnanti precarie in caso di assenza di una maestra che dovrebbe di conseguenza essere coperta dalle colleghe che a loro volta dovrebbero sobbarcarsi altre ore di lavoro. In questo modo si toglierebbe il lavoro anche alle precarie che vivono facendo supplenze oppure lavorando nel mese di luglio. Altra proposta: invece di mandare in ferie le maestre nel mese di luglio potrebbero essere spostate negli uffici comunali per sostituire i dipendenti in ferie, facendo quindi un altro lavoro.

Per ora viaggiamo a livello di ipotesi. Sicuramente arriveranno le smentite o le dichiarazioni dei vari politici e politicanti di turno. Quelle che ho riportato sono le preoccupazioni delle maestre, le voci che sono giunte a loro. Sinceramente non posso biasimarle e concordo con loro quando dicono che la scuola deve essere un servizio alle famiglie, che non può essere gestita come un'azienda, che bisogna riconoscere il valore della formazione e del benessere dei bambini. Lo dico da madre di tre figli, gestirne tanti è un lavoro logorante. Aggiungiamoci poi che a una certa età mancano anche le forze. E a proposito, sempre una delle maestre di mio figlio, ringrazia la Fornero che a pochi mesi dalla pensione le ha regalato altri cinque anni di lavoro.

I cambiamenti a volte sono duri da accettare, gli scioperi pesano su noi famiglie, ma sono un diritto dei lavoratori, non dimentichiamolo. Quello che vorrei ricordare è che le varie politiche messe in atto hanno un senso per noi cittadini se sono in grado di migliorare in qualche modo la nostra quotidianità.

E' in questa direzione che stiamo procedendo?
Perchè non sono la sola ad avere dei dubbi.



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