mercoledì 22 aprile 2015

Quando facevamo le orge

"Ao, ti ricordi di quando facevano le orge?"
"E come no?? Mannaggia Alessandro quanto tempo è passato!"
"Eh sì, certo che detta così...pensa se qualcuno ascolta sta telefonata..."
"Ma come ti è venuto in mente adesso?"
"Niente, è passata alla radio una canzone di quel periodo e mi è venuto un flash!"
A volte mi chiedo se qualcuno ascolta le mie telefonate, anche casualmente. Ma cosa può pensare mai? Ne avevo già parlato in un post degli equivoci in cui possiamo incappare. Certo io me le vado a cercare le situazioni, lo ammetto. E poi di fronte a parole così esplicite c'è poco da dedurre. O no?

E invece no.

Dall'altra parte del telefono, imbottigliato nel traffico in chissà quale strada di Roma, c'è il mio amico Alessandro, il mio dirimpettaio quando abitavo con mamma, che conosco dai tempi dell'adolescenza. E' con lui che ho passato giornate intere studiando sul tavolo della cucina o in giro con gli amici. E' lui quello che mi chiede se mi ricordo di quando facevamo le orge.

Perchè proprio in quel periodo a tratti fantastico che è l'adolescenza è mi capitato per qualche giorno di avere casa libera: genitori fuori e quattro mura a disposizione per fare ciò che volevo. Casa mia si è quindi trasformata in un porto di mare: i miei compagni di classe si sono praticamente trasferiti da me, stavamo insieme dalla mattina alla sera. E con loro il mio amico Alessandro. 

Non è che facessimo gran chè. 
Eravamo bravi ragazzi, nessun colpo di testa. Mangiavamo insieme, si scherzava e si rideva. Una festa continua insomma.

Sono stati giorni divertenti, ma non per i miei vicini di casa.
A risentire della presenza di un gruppo di adolescenti rumorosi è stata in particolare la signora che mi abitava sopra. Lei già di suo è già una rompi marroni che la metà basta, figuriamoci poi se le si dà un appiglio per potersi lamentare (Ao, questa della foto le assomiglia pure!)
E poi c'era una premessa.
Io e Alessandro avevamo il vizio di parlarci dal balcone. Io urlavo il suo nome dalla finestra fino a che non si affacciava e lui faceva lo stesso. 
E quindi gli altri condomini ci odiavano.

Per la tipa sopra di me non è quindi stato difficile dedurre che tutto quel rumore e tutti quei ragazzi erano lì per fare le orge! Il bello è che ci ha pure telefonato: "Basta con questo casino!! Ma che fate le orge lì??"

Sì signora. facciamo le orge. Arrivederci. Click.

Ci è rimasta male, forse non se l'aspettava una risposta simile. Forse ci ha creduto davvero perchè l'ha raccontato alla portiera la quale ci conosce da quando siamo nati e non ha potuto fare a meno di sbottare a riderle in faccia.
Da lì è nato il mito di "quando facevamo le orge".
C'è chi forse ancora ci crede e chi invece continua a farsi un sacco di risate.



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