giovedì 11 febbraio 2016

L'arte del decluttering

Ci sono periodi della vita in cui non hai nemmeno il tempo di chiederti se ce la puoi fare.
Fai e basta.
E quindi ti ritrovi a riempire il calendario di scadenze e appuntamenti che si incrociano e si sovrappongono creando una ragnatela invisibile in cui immancabilmente ti ritrovi impigliata.

Per una che, come me, lavora da free lance e spesso da casa uno dei problemi poi,  è proprio la mia casa.
A volte è difficile concentrarsi su quello che si sta facendo quando alzando lo sguardo vedi mille cose che richiedono il tuo intervento.
La pace regna dopo che i figli sono andati a scuola, ma le tracce del loro passaggio ricordano quelle di Attila e degli Unni.
Forse non ci facciamo caso, ma il fatto di vivere in un ambiente pulito e ordinato ci aiuta a stare meglio psicologicamente.
Mi correggo.
IO non ci avevo mai fatto caso prima di avere figli perché essendo sola e ordinata stavo benissimo e in pace con me stessa.
Ora invece ci sono giorni in cui ho la sensazione di lottare contro i mulini a vento: tutti i miei sforzi di ordinare e pulire vengono vanificati in un batter d'occhio.

E sì, per chi se lo sta domandando, ripeto all'infinito ai miei figli di rimettere a posto i giochi che non usano più, di mettere le scarpe in camera, ecc, se i muri di questa casa potessero parlare direbbero che ho rotto i marroni anche a loro.
Ammetto che più crescono e più la situazione migliora, ma siamo ancora lontani dal mio obiettivo.

Per questo ho letto con interesse questa cosa del decluttering.
Che poi ricorda molto il metodo di Marie Kondo di cui ho parlato in questo precedente post.

Il termine declutternig può essere tradotto con le parole "fare spazio".
Questa teoria vuole spingerci ad eliminare il superfluo, tutto ciò che è ingombrante nella nostra casa e nella nostra vita per consentirci di riappropriarci dei nostri spazi.
C'è anche un'implicazione psicologia in questo: liberandoci delle zavorre materiali e creando fisicamente più spazio intorno a noi, facciamo altrettanto nella nostra sfera emotiva, ci sentiamo quindi meglio, più liberi e leggeri.
Vero, concordo.

Ma non è che ci voleva il decluttering, oggi di moda, a farmi capire tutto questo, come dicevo in precedenza, mi sono bastati i figli.
E' quando inizi a trovare il pongo sbriciolato sulla tastiera del pc o pezzi di lego negli stivali che capisci è arrivato il momento di intervenire con la mano pesante.

Il declutterin dice anche che avendo meno oggetti intorno è più facile riordinare e trovare ciò di cui abbiamo bisogno.Ad esempio: quante volte avete perso un documento o le chiavi di casa e avete fatto tardi al lavoro per cercarli in mezzo alle vostre cose?
Se cercate un mazzo chi chiavi tra 10 oggetti lo trovate prima che tra 100.
Ma va.
Ci voleva il declutterng a farci capire sta cosa.

In realtà io ci provo da sempre a buttare oggetti e razionalizzare gli spazi.
C'è stato un momento quest'anno in cui sono stata molto fiera di me, ho persino chiamato un paio di volte il servizio di ritiro ingombranti a domicilio.
Pensavo, non dico di avercela fatta, ma di aver migliorato le cose.

Ma poi è arrivato Natale e con questo il banco di lavoro per gli attrezzi con sedia, scrivania e mille piccoli pezzetti per giocare, il trolley di Elsa a dimensione umana, la lavagnetta per i gessi alta quanto me.

Insomma, decluttering ti bramo, ma non riesco proprio a seguirti.



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