venerdì 13 aprile 2012

Un'ora per la mamma

Quando sei una mamma e hai dei figli piccoli avere un'ora di tempo libero è tra i sogni più ambiti. A volte passano settimane prima che un tale evento possa magicamente realizzarsi. Non tanto per colpa dei mariti o delle persone che si hanno vicino, quanto piuttosto per l'esigenza del pargolo di stare attaccato alla mamma come una cozza sul suo scoglio.

Il bambino è piccolo. Va allattato in media ogni tre ore (se sei fortunata). A volte piange come un disperato e si calma tra le braccia della mamma solo perchè lei profuma di tetta.
In un quadro come questo è quindi molto difficile allontanarsi.

La prima volta che capita, la mamma finalmente sola e libera si guarda intorno come se le mancasse un braccio o una gamba. Diciamolo: non è più abituata. Viene assalita dal senso di colpa per aver abbandonato il figlio, sente la sua mancanza, si domanda che cosa stia facendo senza di lei, se sta bene, se ha fame o sonno, se è stato cambiato, se ha bisogno di qualcosa. Tutto questo accade nei primi tre secondi di libertà, subito dopo inizia la fuga. E' la donna che riemerge e torna a prendere i suoi spazi. Si allontana velocemente, magari canticchiando la musichetta del carillon invece della canzone del momento, ma poco importa perchè sa che il tempo stringe.

Ecco, ma ndo va??

Siamo in molte a porci questo importante quesito esistenziale. E mo? Che faccio? Dove vado? Chi chiamo??

"La mia ora di libertà - ha raccontato la mia amica Manu - inizia il venerdì sera appena mio marito torna a casa dal lavoro. Gli mollo i ragazzini e esco". 
"Brava! E dove vai?"
"Al supermercato!"
"Al supermercato?"
"Eh sì, che vuoi fare in poco tempo?? Almeno faccio la spesa con calma! Quando arrivo lì sono felice e rilassata. Vado al banco e chiacchiero con il macellaio, scelgo con cura quello che devo prendere, poi passo al reparto panetteria e faccio la stessa cosa. Arrivata alla cassa mi prende l'ansia perchè so che la mia ora di libertà sta per finire quindi attacco bottone con la cassiera e cerco di parlare fino a quando lei resiste. Tornata a casa mi accorgo che ho comprato cose inutili e ho speso tra i 100 e i 150 euro".

Gasp...

Diversa è la reazione della mia amica Daniela che ha spiegato: "Quando mio marito tiene i bambini me lo dice all'ultimo momento. Sono così emozionata che prendo al macchina e scappo via".
"Scappi dove?"
"In realtà non lo so nemmeno io, infatti poco dopo che sono uscita dal garage accosto e rimango in macchina a pensare, cerco di scegliere una cosa da fare tra le tante che ho in mente".
"E poi?"
"Poi mi accorgo che mi rimane un quarto d'ora e vado a fare la commissione in linea d'aria più vicina".

Insomma siamo messe male.

Io sono ancora nella fase del pargolo-cozza, ma risolvo il problema non facendomi problemi. Nel senso che lo porto OVUNQUE. D'altronde, sono andata sulla neve e camminavo sul ghiaccio due giorni prima di partorire, non vedo perchè dovrei limitarmi adesso. E chi mi vuole vedere accetta anche il fagotto :).

Mi domando, ma non saremo noi a crearci troppi problemi?




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