Lo dico e ne vado fiera: la mia è una delle tante famiglie che ha sottoscritto il ricorso al TAR del Lazio contro l'aumento delle tariffe degli asili nido comunali e la cancellazione dell'esenzione dal terzo figlio in poi. Non è tanto la questione in sé ad essere messa in discussione, quanto la tempistica adottata dal Comune di Roma nell'applicazione di queste nuove disposizioni.
Mi spiego meglio.
E' uscito un bando pubblico per iscrivere i figli al nido comunale. I genitori hanno partecipato. Sono uscite delle graduatorie, chi è rientrato ed ha accettato si è visto applicare delle tariffe di pagamento in base al proprio reddito. Fin qui non fa una piega.
Poi è arrivata l'estate del 2014 e il Comune ha deciso di aumentare le tariffe e cancellare l'esenzione per il terzo figlio. Quindi se io a luglio avevo un documento rilasciato dal Municipio o scaricato dal sito del Comune con su scritta una tariffa che devo pagare per mio figlio a settembre scopro che non è più valido. Non solo. La quota si quantifica anche in base all'orario scelto, ma io non posso modificarla perchè vale l'orario che ho indicato nella domanda.
Quindi le carte in tavola le può cambiare solo il Comune, tu, normale cittadino, devi schiattare.
Il punto è uno solo: se si vogliono fare degli aumenti e cancellare delle esenzioni è possibile farlo, ma la cosa deve essere valida dal prossimo anno. Se io partecipo ad un bando che offre determinate condizioni, come è possibile che appena i miei figli vanno a scuola le cose vengano cambiate?
Per me è una truffa.
A condizioni diverse potevo optare per diverse soluzioni: potevo prendere una tata, implorare aiuto ai nonni, lasciare il lavoro, scegliere un nido privato.
Invece no.
Quando i miei figli mettono piede a scuola mi viene lanciata la patata bollente.
A me e a tante famiglie che fanno i conti per arrivare a fine mese.
Vergogna.
Ma io non ci sto. E come me siamo in tanti.
E quindi, invece di restare passiva e al massimo limitarmi ad inveire contro i nostri governanti ho deciso di essere parte attiva in questa battaglia.
Chi ci governa, a qualsiasi livello, deve iniziare a capire che è un semplice amministratore. Deve cioè limitarsi ad amministrare la cosa pubblica e ciò non significa truffare i cittadini.
Tra l'altro vorrei sottolineare che oggi, 13 settembre 2014, ho scaricato dalla mia pagina personale sul sito del Comune di Roma un documento in cui è palesemente scritto che mia figlia, la terza, è esente dal pagamento delle quote contributive.
Però a voce mi è stato detto che arriverà un bollettino.
Complimenti. Dei veri buffoni.
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