lunedì 20 ottobre 2014

Il matrimonio degli Scop

"Devo andare a un matrimonio".
"Dove?"
"Ehh..a piazza S.Marco..."
"A Venezia???"
"Sì".
"Ma come A VENEZIA?"
"Ma no a Venezia città!! Piazza S.Marco è una piazza laterale di piazza Venezia, a Roma!".
Detto per chi non lo sapesse. Perchè questo è quello che mi ha chiesto chiunque quando ho detto che andavo al matrimonio del mio amico Scop, l'ultimo in ordine di tempo ad averci regalato una giornata indimenticabile. Perchè come al solito...


Compito mio: fare la prima lettura.
Compito di mio figlio maggiore: portare gli anelli.
Compito del nostro amico Grosso: testimone dello sposo; supporto psicologico dello sposo (tutta la mia stima); coordinamento pre-cerimonia.
Compito del nostro amico Christian: nessuno perchè in quanto romanista di primo pelo non garantiva alcuna lucidità mentale dato il verificarsi di una strana congiunzione astrale che ha voluto far coincidere parte della cerimonia e partita Roma-Chievo. 

Dunque tutto è iniziato quando fuori dalla chiesa io e Grosso (che aveva smesso di tempestarmi di messaggi solo perchè essendo arrivata poteva parlarmi direttamente) eravamo in attesa della sposa e degli anelli che avrebbero dovuto essere portati dalla cognata e dalla mamma della sposa. Dico dovrebbero perchè quando le due si sono presentate alla domanda "dove sono le fedi?" hanno risposto la prima allargando le braccia e la seconda farfugliando cose incomprensibili per poi dire: "ODDIO LE FEDI!"
Le fedi erano rimaste nella macchina di uno zio parcheggiata fuori dell'area pedonale.
E intanto la sposa stava arrivando.

"Oddio e ora.." continuava a dire la mamma della sposa.
"E ora signora- le abbiamo detto - qualcuno deve andare a prenderle. Ma deve essere qualcuno che conosce la macchina se no siamo fritti"
Ed è stato così che un cugino della sposa si è immolato alla causa mentre la cerimonia aveva inizio.

Prima lettura. 
Sono salita sul palco con la classe che mi contraddistingue, ho fatto la mia porca figura, sono scesa soddisfatta e ho incontrato un'altra invitata che avrebbe dovuto leggere dopo. "Ma non dovevi continuare??", mi ha detto. E io: "No..no..."
(ODDIO NO! CHE COSA HO FATTO?? DOVEVO LEGGERE ANCORA?)
Quando ho visto la testimone della sposa alzarsi per leggere la pagina successiva avevo i sensi di colpa a bestia.
(ECCO, STA PARANDO LA SITUAZIONE)

E invece poi ho scoperto che avevo fatto giusto e che quella tipa che mi ha fatto venire i sensi di colpa non ci aveva capito niente.
Ma l'animaccia...

Gli anelli invece sono arrivati poco prima dello scambio. Giusto in tempo.

La cerimonia è quindi filata liscia, coi i testimoni dello sposo che si sganasciavano dalle risate e Christian nascosto qualche banco più in fondo a controllare i risultati delle partite.

A questo punto della narrazione mi servirebbe il supporto di uno psicologo che forse potrebbe illustrare meglio di me gli istinti primordiali che emergono negli uomini chiamati a tirare il riso agli sposi. Ad avermi colpito è in particolare la violenza delle mazzette di riso (talvolta comprensive di cartoccetto) che sono state indirizzate in particolare allo sposo che a un certo punto ha pure detto: "basta, mi stanno arrivando delle pezze assurde!"


Poi il ricevimento. Dal centro di Roma alla Giustiniana.
Tanto per avvicinarci dall'altra parte del mondo rispetto a casa nostra.
A condurre il viaggio è stato Christian a bordo della sua smart bianca. Bisognava sbrigarsi sempre a causa della partita, anche perchè dovevamo passare nei pressi dello stadio. 
E mentre lui faceva zig zag sul lungotevere e noi faticosamente cercavamo di stargli dietro mi sono resa improvvisamente conto di quante diamine di smart bianche ci sono a Roma. A un certo punto ne avevamo tre davanti. 
Segui quella. 
No quella.
No.
Ecco.

Fino a quando...
"Ma dove siete?": al telefono la moglie di Christian.
"Dietro di voi, avete appena svoltato, no?"
"No..."
E quindi rivolta al mio LUI: "Ma chi diavolo stiamo seguendo??"
Erano due che andavano al cinema.

Ma fortuna vuole che abbiano inventato i navigatori e che questi siano nei telefonini, altrimenti col cavolo che ci arrivavamo in culandia.

Bel posto, bella compagnia, gente rivista dopo anni.
Il mio LUI imbucato in mezzo alle donne in attesa del bouquet della sposa.
Cibo, tanto.
Piedi distrutti.

Quando è giunto il momento di andare via il mio LUI mi ha detto "passiamo per il centro, tanto a quest'ora non troviamo nessuno".
Infatti, a parte noi e il resto del mondo riunito a trastevere non c'era proprio nessuno.
Lungotevere intasato, un'ora e mezza per arrivare a casa.

Mi sa che mi sto a fa vecchia.

Comunque, auguri agli sposi.

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