Lo sostengo da tempo e adesso sono ancora più gasata da questa giapponese che si chiama Marie Kondo che se ne è uscita con un libro "Il magico potere del riordino", in cui spiega cosa si nasconde dietro la necessità/volontà di riordinare.
Sarà per il fatto che sono cresciuta con una madre fedele alla teoria del "tutto può servire" e quindi "lo metto qui dove lo dimenticherò per anni se non per sempre, almeno fino al giorno in cui mia figlia rischierà la vita aprendo questo armadio". Oppure sarà perchè qui dentro siamo in cinque e se accumulo roba esco io fuori di casa, fatto sta che ogni tanto mi aggiro per le stanze in preda alla voglia di buttare tutto o quasi.
Secondo Marie Kondo, riordinare gli oggetti eliminando il superfluo ci aiuta parallelamente a mettere ordine nella nostra vita e aggiunge anche che bisogna riprendere il possesso dei propri spazi fisici in breve tempo facendo una selezione di ciò che abbiamo. Scegliendo cosa buttare dimostriamo fiducia nella nostra capacità di giudizio e quindi in noi stessi. E visto che molti oggetti sono legati al nostro passato, il suo consiglio è di tenere con noi solo le cose che ci provocano emozioni positive.
Che poi lei essendo giapponese è legata anche alle teorie del suo paese dove pure gli oggetti meritano rispetto e quindi ti dice sì di buttare, di fare pulizia, spazio ad altro, ma anche di ringraziare quell'oggetto e capire se ti ha provocato emozione.
E consiglia di partire dall'armadio. Dove si accumula di tutto e di più.
Sì. Ma sta cosa delle emozioni?
Va bene tutto, è giusto liberarci dai vestiti lontani troppi anni e troppe taglie, ma io a parlare con un calzino in mano non mi ci vedo proprio.
"Grazie calzino" (ma de che)
"Hai tenuto caldo il mio piedino"
"Che emozioni provo nel tenerti in mano? E al pensiero di darti via?"
Ecco, mi sembra un pò esagerato. Già qualcuno mi prende per matta per altri motivi, poi vagli a spiegare che parlavo col calzino in virtù di un metodo giapponese.
Quindi cara Marie, mi scuserai, ho fatto pulizia, ma senza dialogare più di tanto. Prendila come una mia inclinazione personale se vuoi, ma non ce l'ho fatta. Però sono comunque fiera di me stessa per essermi alleggerita di qualche zavorra. Mi sono ad esempio liberata di un maglione regalatomi in tempi non sospetti da qualcuno che oggi non frequento più e con piacere. Ogni volta che lo prendevo in mano effettivamente mi venivano in mente brutti ricordi e darlo via è stata davvero un'opera di purificazione mentale. A questo ho aggiunto roba di un passato destinato non tornare di moda che occupava spazio senza essere utilizzata. Insomma, per fare posto al futuro dobbiamo liberarci del passato.
E poi vuoi mettere l'effetto positivo che l'ordine ha sull'umore?
Io quando torno a casa spesso penso al suicidio guardando il caos creato dai miei figli in giro. L'effetto è quello di una bomba esplosa. Mi domando spesso quanto dovrò aspettare per avere una casa ordinata e poi mi rispondo che meno roba possiedo meno cose possono essere buttate in mezzo. Sogno una casa minimalista.
E qui torniamo alla nostra amica Kondo che è una grande sostenitrice del "teniamo solo l'essenziale".
Perchè parliamoci chiaro. Tutti abbiamo oggetti in casa di cui non ci importa assolutamente nulla che stanno lì solo perchè è un peccato buttarli. Tutto sta a capire il motivo che ci spinge a tenerli. Il punto è questo. Partiamo dagli oggetti per arrivare alla pulizia mentale.
Concludendo, volete avere successo nella vita o essere più sereni? Aprite l'armadio e armatevi di olio di gomito. Poi se volete ringraziare un paio di mutande assicuratevi di essere soli in casa.
Ma questo è un mio consiglio personale eh.
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