Quando ero piccola mia madre mi leggeva quelle storie bellissime di cavalieri e principesse che hanno caratterizzato intere generazioni. Parliamo dei grandi classici che ci sono stati riproposti anche in versione cinematografica: nulla a che vedere con le pellicole di oggi, fichissime in 3d, allora già era tanto se i personaggi facevano qualche movimento mentre il doppiatore leggeva la battuta.
Sognavo, come tutte la bambine.
Guardavo il bel vestito di cenerentola al ballo, i castelli, il cavallo bianco del principe.
Poi quando sono cresciuta ho capito che la versione della storia che mi era stata proposta era una bella sòla. Insomma, forse andava bene prima, ma al giorno d'oggi...
Il modello trasmesso era quello della principessa, sempre bellissima, che veniva salvata da un principe, sempre forte e bellissimo. La storia finiva dopo varie peripezie con il classico "vissero felici e contenti".
Nessuno in quelle storie ti diceva che nella realtà le cose non vanno così, ma talvolta al contrario.
Partiamo dalla principessa: chi ha detto che deve essere bella per forza? Il fascino è altra cosa.
E poi sta cosa che deve essere salvata... per finire come? Sposata!
Il matrimonio come condizione ideale di una donna è un concetto legato al passato quando per molte giovani fanciulle era l'unico modo per emanciparsi e uscire dal controllo della famiglia di origine.
Non voglio screditare questa istituzione, dico solo che non è l'unico motivo per il quale vive una donna.
Biancaneve se ne stava lì a cantare con il passerotto, noi qui siamo donne che lavoriamo, che ci facciamo un mazzo tanto, che aiutiamo il principe a portare a casa la pagnotta.
Cenerentola: una sfigata.
Una donna moderna avrebbe dato un calcio nel didietro alla matrigna e alle sorellastre e avrebbe assoldato un avvocato per riprendersi la legittima dell'eredità lasciatale dal padre.
Sto esagerando me ne rendo conto, ma ho un'ultima considerazione, poi smetto, promesso.
Ma sta cosa che una donna deve sempre essere indifesa e salvata da un principe?
Praticamente un'ameba.
Ma che modello è?
Perchè invece non insegniamo alle nostre figlie ad essere indipendenti, a credere sì nell'amore, ma anche a non dipendere totalmente da un uomo?
Perchè le protagoniste femminili devono essere semplici oggetti da conquistare, donne imbambolate, anzichè parti attive della storia?
Ci riflettevo un pò di tempo fa su questa cosa, quando mi sono accorta che in casa non abbiamo i classici libri di storie da femmina.
No, non priverò mia figlia di Biancaneve, La bella addormentata nel bosco, ecc., ma penso che vorrei farle avere anche altri modelli, più realistici.
Neanche a farlo apposta dopo qualche giorno mi è arrivata una mail dalle amiche di Timbuktu, che hanno stilato la lista dei 30 libri per bambine più belli di tutti i tempi dove le protagoniste non sono bambocce, ma donne in gamba, talvolta straordinarie.
Finalmente!
Nella lista dei 30 libri per bambine più belli di tutti i tempi troviamo titoli come "Rosie Revere Eingeneer che narra la storia di Rosie, un'insospettabile inventrice notturna, oppure "Hilda Folk", che narra le avventure di una piccola pittrice.
Ma c'è anche "Viva Frida", dedicata, appunto, a Frida Kalho, e altri interessanti titoli.
Non avete mai sentito parlare di questi libri?
Forse perché non sono ancora stati pubblicati in italiano.
Per vedere la lista dei 30 libri per bambine più belli di tutti i tempi, che è solo in lingua inglese, basta collegarsi a questo link.
Dalla pagina è possibile anche scaricare la storia di Maria Sibylla Merian, la donna che scoprì la metamorfosi delle farfalle.
Che dire, se non, buona lettura?
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