martedì 29 dicembre 2015

Il mio Natale, una grande accozzaglia

"A Clotilde con sincero affetto" recita la dedica che mi ha scritto sulla prima pagina della sua autobiografia un'anziana prozia del mio LUI.
"Mi ripeti il tuo nome, cara? - mi aveva chiesto poco prima di prendere in mano la penna - non vorrei sbagliare...". E come darle torto visto che era a seconda volta che ci incontravamo?
"Scusa ma perchè ha regalato a te la sua autobiografia se io sono il nipote?, ha commentato LUI.
Mah, a me ha detto che era un regalo solo per le donne, poi vai a capire il vero motivo.


Natale è un pò così, un vortice di facce e di parenti che magari non vedi per tutto l'anno e poi improvvisamente sono la famiglia con cui passare i giorni di festa.
Capita quindi di trovarsi a tavola con una zia che dalla "dolce vita"del passato fatta di feste, viaggi, crociere e frequentazioni altolocate guarda compiaciuta i tuoi figli pensando che in fondo si tratta di una bella giornata.

Ricordo vagamente portate di cibo che si alternano sulla tavola, mentre ho ben presente la cera delle candele che se non le accendi a Natale quando lo vuoi fare?
MAI, mi ripeto a tre giorni di distanza ogni volta che mi trovo a scrostare cera colata dal pavimento, dai vestiti, dai mobili e dalla tovaglia che ogni anno mi tocca alla fine buttare tanto è rovinata.
Ma la magia del Natale è anche questa, mi domando: come hanno fatto la mia casa ed i miei figli a non prendere fuoco con tutta sta cera sparpagliata ovunque?
E soprattutto, come è possibile che n.02 candele possano produrre tanta cera??

Lì per lì non me ne sono accorta, talmente ero presa dalle varie portate, dalle persone che mi parlavano dai figli che chiamavano, altrimenti le avrei spente subito, anche quella con le pecorelle che giravano.

C'è stato poi il momento dei regali con l'immancabile arrivo di Babbo Natale interpretato dal mio LUI che per non farsi riconoscere dai figli si è fatto vedere solo di spalle fuggendo per le scale indossando un lenzuolo blu che avevo appena lavato e steso ad asciugare.
Il risultato è stato che:
  • ho dovuto lavare di nuovo il lenzuolo dopo che aveva strusciato per il pianerottolo e le scale del condominio;
  • da quella sera il mio secondogenito è convinto che Babbo Natale in realtà sia una strega.

Tra i vari regali ricevuti dai miei figli. il più piccolo è in grado di contenere almeno uno di loro. Abbiamo quindi un nuovo trolley di Elsa, un nuovo banco da lavoro/scrivania munito di attrezzi, una nuova lavagna per i gessi.
E io che in questi mesi mi ero tanto impegnata a buttare il superfluo per fare spazio in questa casa dove mi sento sopraffare dagli oggetti.

E poi, tra le altre cose, "Devo prendere l'antitifica", mi ha comunicato a un certo punto la suocera che si prepara ad affrontare un viaggio all'estero.
"Nella scatola ci sono tre pasticche, io ne devo prendere solo una perchè ho finito. Vanno conservate in frigorifero, ricorda di buttarle dopo 5 giorni che scadono".
"Sì, va bene, ma perchè devo conservarle? - ho risposto - qui nessuno deve fare il vaccino contro il tifo, per me puoi pure buttale subito".
E infatti dopo un paio giorni, rovistando nel frigorifero tra le confezioni degli avanzi, ho notato una piccola scatolina bianca e rosa con su scritto "vaccino per il tifo".
Vabbè, ho pensato, meglio questo che le esche vive per la pesca che il mio LUI ha nascosto nel frigorifero di mia madre la scorsa estate (e di cui ancora non sa nulla).

Una grande accozzaglia, lo so. Questo post, questo Natale, tutta la mia vita in generale, ma alla fine poco importa, basta stare bene con se stessi e con gli altri e anche quest'anno ci siamo riusciti.










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